Quest’opera evoca, attraverso l’esagerazione carnevalesca e la stravaganza, il sistema riproduttivo femminile come simbolo di resistenza contro le nozioni dominanti di potere e controllo sul corpo delle donne. Utilizzando il filo di lana come materiale principale, l’artista richiama l’associazione culturale con l’artigianato domestico tradizionalmente femminile, trasformando simbolicamente il concetto di marginalizzazione in un atto di riappropriazione.